Filosofia positiva e filosofia negativa
Filosofia positiva e filosofia negativa sono i due poli, contrapposti e complementari, in cui si articola la riflessione teologica e filosofica, così designate in particolare dall'idealistaFriedrich Schelling.
Filosofia negativa
La filosofia negativa è per Schelling quel tipo di riflessione preliminare che può stabilire soltanto le condizioni negative o necessarie, ma non sufficienti, perché qualcosa esista. Essa coglie il dato empirico su un piano logico o concettuale, racchiudendolo in un sistema, senza potere in nessun modo farlo venire all'essere, dal momento che l'esistenza nasce da una volontà libera e irriducibile alla mera necessità razionale. La filosofia negativa ha dunque una natura principalmente critica, perché elimina, esclude dal suo oggetto gli aspetti accidentali, ne segna i limiti senza i quali esso non potrebbe esistere, concentrandosi sulla sua essenza.[1]
Si tratta di processo analogo all'ascesi propria della teologia negativa,[3] che nella prova ontologica riconosceva Dio come ente necessario, da ammettere cioè per un'impossibilità logica di pensare diversamente, la cui esistenza veniva dimostrata in quanto già implicita nell'essenza. E tuttavia, una tale ideaperfettissima di Dio, pur essendo valida sul piano logico, è ancora spoglia, priva di quel contenuto vivo che non la renda solo un astratto artificio della mente.
Alla filosofia negativa è quindi affidato un compito importante, in vista però di qualcos'altro: essa cioè deve essere integrata da una filosofia positiva, che mostri la manifestazione tangibile di Dio nella realtà e nella storia. Soltanto in questo passaggio ulteriore, andando paradossalmente oltre se stessa, e non illudendosi di poter riposare nella propria autosufficienza, la filosofia negativa acquista senso e significato.
Filosofia positiva
La filosofia positiva rappresenta l'aspetto complementare a quello puramente logico-negativo della filosofia, mirando a ritrovare il fondamento metafisico della realtà non nel ragionamento, bensì nella pratica, nell'esperienza che l'uomo ha di Dio nel corso dei secoli.
La filosofia negativa funge tuttavia da premessa necessaria alla fase positiva, perché questa può sorgere soltanto al culmine della ricerca razionale, quando la ragione scopre che il contenuto da essa tanto cercato non si trova al suo interno, bensì fuori di sé. Colta da stupore, prende coscienza di un abisso, e che il suo sapere si è tramutato in non-sapere. Si rende conto infatti che il suo pensare è reso possibile da un Essere sovra-razionale da cui procede, che essa non può dedurre da sé in termini logici, ma per accogliere il quale deve prima sapersi aprire all'estasi (da ex-stasis, «essere fuori»): questo è il momento in cui l'animadiviene nous, intelligenza, la quale però non è ancora Dio, ma sperimenta la propria nullità, la propria paralisi e stupore.[4] Essa potrà attingere Dio solo attraverso una rivelazione da parte di Dio stesso, in una fase discendente rivolta verso il mondo, complementare a quella ascendente della negazione.
Questa fase si dipana in due momenti successivi, descritti da Schelling come filosofia della Mitologia, e filosofia della Rivelazione.
- Il primo stadio è quello della mitologia: se questa viene colta nel suo lato essenziale e non giudicata a prima vista come un insieme di credenze antiche e superate, essa riesce a svelare, in forma positiva, i segni e le forme in cui si articola la storia umana. Mentre il pensiero logico rimane incapace di afferrare la particolarità e la concretezza della realtà in divenire, quello mitologico ne consente una conoscenza più appropriata. Il mito infatti è tautegorico, non allegorico, nel senso che non va spiegato sulla base di presunte verità ad esso pregresse, ma esprime solo se stesso come particolare nodo di sviluppo del lungo cammino della coscienza umana.
- Il secondo stadio che consente l'accesso ad un sapere "positivo" è quello rivelato direttamente da Dio: mentre la mitologia non va oltre una concezione puramente naturalistica di Dio, la filosofia della Rivelazione, resa possibile dall'annuncio cristiano, riesce ad innalzarsi a una conoscenza di tipo soprannaturale. Per Schelling l'essenza del cristianesimo è data dalla sua natura intimamente storica, che si esprime in particolare nell'Incarnazione del Cristo.
Nell'Incarnazione del Cristo sta dunque l'immenso valore della religione cristiana, il cui contenuto fondamentale non dev'essere ridotto, come voleva Hegel,[8] a un insieme di precetti morali dettati dalla ragione, delle quali la vicenda umana di Gesù rappresenterebbe solo l'involucro esteriore: «Il contenuto fondamentale del Cristianesimo è appunto Cristo stesso, non ciò che Egli ha detto, ma ciò che Egli è, ciò che Egli ha fatto. Il Cristianesimo non è immediatamente una dottrina, esso è una realtà».[9]
Estamos viendo que la psicología positiva filosofía positiva valorar las virtudes del hombre y la potenciación positivas conducen al éxito y a la felicidad mientras que la negativa ver todo lo negativo conducen al futurismo y a la progresión en el tiempo junto con la ciencia y el hiper-realismo... Por favor eh cualquier observación o detalle!!!...
ResponderEliminarA la idealización la psicología positiva...!!!
Eliminarhan comentado aquí que los italianos diferencian su filosofía en positiva y negativa al igual que un español habla de "Realismo" en todas sus ciencias sociales: realismo, hiperrealismo y realismo mágico los que he estudiado, por favor eh!!!!!
Eliminar¿más seria la filosofía positiva o la negativa??
Eliminar